IL RICHIAMO DI ALBERI E BOSCHI
Il richiamo degli Alberi Sacri alla Villa di Vico, nelle splendide colline presso Scandicci, si è fatto sentire, e l’attesissima conferenza di Franco Tassi ha attratto un vasto pubblico molto attento e interessato, in prevalenza femminile, che ha voluto approfondire le ragioni dell’attuale indiscriminato attacco agli alberi e ai boschi.
Mai come negli ultimi anni si era infatti scatenata la corsa sfrenata al taglio di alberi nei parchi e nei viali, e ci era lanciati allo sfoltimento di foreste e pinete con assurdi pretesti, cui vanno sommati gli incendi, ormai esplosi persino nelle montagne finora più preservate, come in Sila e al Pollino. Le cause sono molte, in parte ancora da chiarire, ma ormai sta pericolosamente avanzando la concezione della foresta come fonte di legname per cippato, pellet, mobilio, e soprattutto per alimentare le dilaganti centrai a biomasse. Considerare il patrimonio arboreo una semplice e comoda provvista da sfruttare, e ridurne il valore alla parte quantificabile, monetizzabile e commerciabile, è il peggior errore che si possa commettere, perché tende a giustificare qualsiasi scempio ecologico. Scarnificare l’Italia significa prepararne il dissesto idrogeologico, l’alterazione del clima, la perdita della biodiversità, la desertificazione e la rovina del paesaggio, con gravissimi danni alla salute.
La conferenza è stata arricchita da una serie di straordinarie immagini in parte inedite, suscitando molte domande pertinenti e sollevando vivaci dibattiti… Da cui sono emerse le principali cause del disastro ecologico che oggi stiamo vivendo, forse senza esserne neanche consapevoli.
Anzitutto, la soppressione (definita accorpamento, meglio sarebbe dire “accoppamento”) del Corpo Forestale, disgregato e in parte confluito nell’Arma dei Carabinieri e nei Vigili del Fuoco.
Poi, il nuovo pericoloso TUF (Testo Unico Forestale, da qualcuno chiamato “TRUFF”), che apre la porta allo sfruttamento indiscriminato di boschi pubblici e privati, senza tener conto dei danni al clima, all’ecosistema e alla grande fauna da proteggere.
Infine, il recentissimo disegno di legge “DoGiaSa” (Donno, Giarrusso e Santangelo) sul fuoco prescritto, che consentirebbe di combattere gli incendi con il cosiddetto fuoco di contrasto.
Unanime la condanna di questi folli provvedimenti, frutto di palese “analfabetismo ecologico” e di mire inconfessabili. Per prevenire e combattere incendi, sono state illustrate le soluzioni più semplici, efficaci e convenienti, che però per imperscrutabili ragioni non vengono prese in considerazione.
Si sta però chiaramente delineando la strada migliore per salvare il patrimonio naturale del Paese, che potrebbe tornare a diventare la meta agognata di un nuovo Grand Tour, se anziché devastare il territorio, la natura e le tradizioni, sapesse tutelarli, e farne conoscere l’immenso valore. Un turismo naturalistico, rispettoso, responsabile, fotografico e attento potrebbe davvero riscattare il Mezzogiorno d’Italia, rispettando l’autentica vocazione del Sud, che non è certo quella delle grandi opere e delle cattedrali nel deserto… Offrendo lavoro ai giovani, e assicurando il benessere delle comunità locali, rese garanti e custodi di quella splendida natura, da cui dipende il loro stesso futuro.
Villa di Vico, 25 Agosto 2018
Centro Parchi Internazionale
