GIUSTIZIA PER GLI ALBERI E I BOSCHI
Forse nel Paese degli abusi impuniti sta finalmente affiorando qualche segnale del risveglio della Giustizia? Sembrerebbe di sì, stando alle indagini aperte a carico dei distruttori del bosco Procoio di Ostia, e dei massacratori delle alberature cittadine, indifferenti alle norme di tutela e convinti di poter restare sempre impuniti.
L’ultimo caso emblematico riguarda gli splendidi Pini sanissimi di viale Mascagni a Grosseto, rasi al suolo nel periodo primaverile di nidificazione degli uccelli, con pretesti a dir poco risibili, e malgrado le disperate proteste degli abitanti locali.
Onore alla Procura della Repubblica del Tribunale di Grosseto, che ha aperto le indagini sul caso, restituendo così fiducia nell’opera della Magistratura: dato che, indipendentemente dall’esito finale del procedimento, l’aver acceso un faro sullo scempio avvenuto avrà certo un effetto deterrente sulle azioni future degli scriteriati detentori del potere. E vivissime felicitazioni al Gruppo di Intervento Giuridico onlus, che continua a porre il proprio impegno e le proprie competenze al servizio della collettività.
Resta però un’amara considerazione finale. Come mai c’è chi ancora approfitta del “blocco 2020” (piantiamola con “lockdown” o altri tristi anglicismi!) per far strage di alberi e di boschi? Sarà vero allora che, favorite dall’attuale immobilismo, emergono tutte le peggiori avidità, meschinità, malvagità e miserie umane? Basti pensare alle contorsionistiche elucubrazioni su mascherine, distanziamenti, alle tergiversazioni tra attività sportive e motorie, alle divertenti dissertazioni sui congiunti e alle pretestuose vivisezioni di ogni normale comportamento umano…
Vere e proprie “perle”, che basterebbero a nutrire il classico “Manuale del perfetto beota”, per il quale stiamo ancora raccogliendo atti, documenti e testimonianze. Un tema interessante, che probabilmente varrà la pena di approfondire ancora.
Roma, Primavera 2020
Franco Tassi
“Il buon cittadino è quello che non può tollerare nella sua patria
un potere che pretende d’essere superiore alle leggi”
Marco Tullio Cicerone
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